Denuncia formale della Chiesa ortodossa ucraina all'Onu sulla persecuzione e discriminazione religiosa di Kyiv
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Nella foto di copertina il metropolita Onufriy della Chiesa ortodossa ucraina

La Chiesa ortodossa ucraina (UOC) ha presentato una denuncia formale al segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres per "persecuzione" e "discriminazione religiosa" da parte delle autorità di Kiev.

Negli ultimi mesi, l'UOC è stata oggetto di ripetute ostilità - tra cui ripetute perquisizioni da parte del Servizio di sicurezza ucraino (SBU) e privazione della cittadinanza di sacerdoti - per i suoi legami storici con la Chiesa ortodossa russa.

“Dal febbraio 2022 l'Ucraina è in guerra su vasta scala. In questa terribile ora di catastrofe militare e processi estremamente difficili, vorremmo chiedervi di prestare attenzione alla grave violazione del diritto alla libertà di coscienza e di religione in Ucraina", ha detto a Guterres il leader dell'UOC, il metropolita Onufriy, nella sua denuncia, diffusa da il Servizio Notizie della Chiesa.

Onufriy ha sottolineato che l'UOC - che faceva capo al Patriarcato di Mosca - è indipendente. La Chiesa e "milioni di ucraini di altre denominazioni" si battono per l'integrità e la sovranità dell'Ucraina, ha detto, osservando che "molti credenti dell'UOC stanno difendendo la loro patria con le pistole in mano".

La chiesa ha dichiarato la sua indipendenza dalla Chiesa ortodossa russa (ROC) all'inizio del conflitto in corso, ma ciò non l'ha salvata dalle crescenti pressioni delle autorità. La SBU ha ripetutamente perquisito le chiese dell'UOC in tutto il paese, sostenendo che i ministri della chiesa stanno collaborando con Mosca. Sanzioni personali sono state imposte da Kiev a diversi gerarchi e ad alcuni è stata persino revocata la cittadinanza.

"Auspichiamo l'adozione tempestiva di tutte le misure necessarie per contrastare l'incitamento all'odio religioso e alla discriminazione nei confronti dei cittadini credenti dell'Ucraina e delle organizzazioni religiose dell'UOC, nonché l'elaborazione di raccomandazioni sulla protezione della libertà religiosa e la loro trasmissione al governo ucraino", ha spiegato Onufriy.

Le tensioni religiose hanno infuriato in Ucraina per decenni, con diverse entità scismatiche che si sono separate dall'UOC. La scissione più notevole è avvenuta nel 2018, quando la rivale Chiesa ortodossa ucraina (OCU) si è formata attraverso il coinvolgimento diretto dell'ex presidente ucraino Petro Poroshenko ed è diventata la più grande rivale dell'UOC contestando i suoi siti religiosi e altri possedimenti.

L'entità, che si è assicurata un parziale riconoscimento internazionale da parte di altre Chiese ortodosse, sembra essere favorita anche dai funzionari ucraini in carica, con il presidente Vladimir Zelensky che ha apertamente proclamato la necessità di mantenere la presunta "indipendenza spirituale" del Paese da Mosca.

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